Il castello

Castello della Costa Cumiana

Il castello della Costa – la manica di levante, ricostruita nel XVIII secolo

L’edificio attuale è costituito da quattro ali intorno ad un cortile centrale con portici su due lati. La facciata principale sul lato sud è preceduta da una scala monumentale a tre rampe che porta ad una ampia terrazza con balaustra in marmo. La facciata nord, più sobria, ha una terrazza più piccola che conduce all’esterno verso il parco.
All’interno, il grande salone di rappresentanza fu fatto affrescare negli anni Trenta del Settecento dal conte Ludovico Canalis. La decorazione, eseguita a trompe-l’oeil, verosimilmente è di mano dei fratelli Pozzo, artisti operosi a corte. Sono raffigurati elementi architettonici, bandiere, lance, stemmi, vasi di fiori; nelle otto lunette si trovanno strumenti musicali e armi da guerra (tamburi, elmi, armature e lance). Sulla volta è rappresentato un guerriero affiancato da due putti angelici e da un personaggio in sella ad un leone, che richiama il leone raffigurato nello stemma di famiglia dei Canalis. Dal salone si accede ad una piccola cappella privata in stile barocco.
Sui pilastri ai lati del cancello di ingresso si trovano le statue di due cavalli marini. “Due cavalli marini in marmo di Carrara” dello scultore luganese Bernardo Falconi compaiono tra le opere marmoree realizzate per il Palazzo e il Giardino di Venaria Reale tra il 1665 ed il 1672; le due sculture erano unite al cocchio di Nettuno, formato da una grande conchiglia, nella grotta centrale della Fontana d’Ercole, poi distrutta a partire dal 1751. Vittorio Amedeo III fece dono di “due cavalli maritimi, statura naturale” al conte di Favria nel 1781, la stessa data incisa sul basamento del pilastro.
Alla fine del Seicento visse al castello Anna Carlotta Teresa Canalis di Cumiana, marchesa di Spigno, che fu moglie morganatica di Vittorio Amedeo II di Savoia.
Lo storico palazzo ospitò anche Vittorio Alfieri, che nel 1764 vi si recò appena quindicenne in villeggiatura, in occasione delle nozze di sua sorella, la contessina Giulia, con il conte Giacinto Canalis. Il grande tragediografo vi soggiornò ancora cinque anni dopo e vi ritornò in altri momenti importanti della sua vita.
Altro illustre ospite del palazzo fu San Giovanni Bosco, ricordato nella cappella privata adiacente al salone centrale.